Ormai che ho un debole per i prodotti di Elena (https://www.chokkino.com) lo sapete.
Qualche giorno fa mi ha mandato un altro pacco delle meraviglie, con Magic Powder, il nuovissimo prodotto e le Cruhcy Cao al caramello salato.
Mi sono immediatamente messa a pensare a una ricetta, contate che la Magic Powder è veramente magica, perchè si consuma calda, a temperatura ambiente, fredda di frigo o congelata in freezer.
Qui da me fa un caldo terribile, non so da voi, perché l’idea che mi è venuta è stata un biscotto-gelato senza glutine, senza latticini e col benefit del collagene contenuto nella Magic Powder. C’è un altro benefit legato al caldo: il cacao di chokkino contiene una buona quota di magnesio e di potassio, perciò il mio biscotto gelato è proprio adatto a queste giornate.
Ingredienti (per un biscotto gelato)
4 cucchiai di farina di mandorle
3 misurini di Magic Powder
2 cucchiai di Crunchy Cao
1 cucchiaio di crema spalmabili 100% mandorle e cocco bio
Procedimento
Prepariamo i biscotti.
Frulliamo la farina di mandorle e la crema spalmabile, poi, in una ciotolina, aggiungiamo le pepite di Crunchy Cao e mescoliamo bene con le mani.
Prendiamo un coppapasta o una formina tonda grande da biscotti e ci mettiamo il composto, schiacciandolo bene con le mani, otterremo due biscottoni che metteremo in frigo .
Ricostituiamo la Magic Powder con acqua seguendo le istruzioni sulla confezione. Io ho sia il barattolo per misurare l’acqua che il montalatte di Chokkino, potete usare un qualsiasi misurino a acqua e una forchetta o una piccola frusta.
Prendiamo uno stampino per crostatina monoporzione, ci mettiamo un foglio di pellicola per alimenti, versiamo la Magic Powder ricostituita in acqua, copriamo e mettiamo in freezer per almeno 4 ore
Quando è passato abbastanza tempo, tiriamo fuori dal frigo i biscottoni e dal freezer la nostra Magic Powder e componiamo il nostro biscotto gelato a strati: un biscottone, la Magic Powder e l’altro biscottone.
E adesso possiamo mangiarlo con tanta gioia, oppure rimetterlo in freezer per più tardi! Io l’ho mangiato subito perchè ero super curiosa di sapere se avevo avuto una buona idea e…mi è piaciuto un sacco!!
Un dolcino ogni tanto è ammesso in qualsiasi regime nutrizionale, con le dovute accortezze: di preparazione e di frequenza di consumo.
Per me è molto importante anche preservare la tradizione del giorno di Festa a tavola e, in occasione di un pranzo domenicale estivo in famiglia, ho pensato a un budino senza zucchero, senza glutine, senza lattosio o caseine.
Un budino adatto praticamente a tutti: per un’alimentazione antinfiammatoria, chetogenica, per celiaci, per intolleranti al lattosio. Fresco e profumato, indicato per l’estate e per qualsiasi periodo dell’anno
Ho usato i prodotti di Chokkino un’azienda che mi piace molto. Ho anche un codice sconto attivato per i miei pazienti e followers, potete chiedermelo in un messaggio su instagram!
Ingredienti (per 4 budini monoporzione)
250 ml di acqua
3 misurini di latte di cocco in polvere Livebetter (l’azienda del Chokkino)
3 misurini di cacao amaro Livebetter
2 uova da galline felici
Procedimento
Scaldate l’acqua e sciogliete il latte di cocco in polvere (come alternativa, vanno bene 300 ml di latte di cocco cena zucchero, oppure 4 cucchiai di latte di cocco “fullfat” diluito in 250 ml di acqua).
Aggiungete le due uova e mescolate molto bene, velocemente, in modo che le uova non si cucinino.
Aggiungete il cacao amaro e mescolate benissimo, non devono formarsi grumi!
Mettete 4 stampini monoporzione di silicone (o di alluminio, ma sapete che non amo gli usa-e-getta) nella pentola a pressione e riempiteli con il composto, poi copriteli con un pezzetto di carta stagnola.
Aggiungete sul fondo della pentola due dita di acqua, chiudete la pentola a pressione e cucinate 12-15 minuti dal fischio (fate le prove, io oramai conosco le mie pentole a pressione meglio di me stessa e so sempre quanto tempo mi serve per ogni preparazione). in alternativa, cucinate, sempre a bagnomaria, in forno a 150°, per 30-45 minuti, anche qui dipende dal forno.
Scaduto il tempo, sfiatate la pentola a pressione immediatamente ed estraete i vostri stampini.
Lasciateli una notte in frigorifero, potete anche lasciali un giorno e una notte, diventeranno ancora più “cioccolatosi”.
Al momento di servirli, sformateli su dei piattini e guarnite a piacere. io ho usato due fragole, un poco di cocco rapè e la granella di cacao caramellata, sempre di Livebetter. Questa guarnizione è adatta per un’alimentazione antinfiammatoria, senza glutine e senza latticini
Se seguite un’alimentazione di tipo chetogenico (o antinfiammatorio), potete usare un ciuffo di panna di cocco.
#settimana36 di Save Humans Thursday, con una ricetta del doppio #recupero.
Torta di pane e cioccolato
300 g di pane raffermo (per me il pane sesamo e noci de Il Forno di Calzolari)
3 bicchieri di latte, anche vegetale (per me, di mandorla dolce senza zuccheri)
10g di zucchero
2 uova da
50 g di uvetta
200g di cioccolato fondente (dalle uova di Pasqua)
2 cucchiai di noci avanzate (per me noc)
Fate ammollare il pane nel latte.
Montate bene le uova con il cucchiaino di zucchero e intanto ammollate l’uvetta in acqua tiepida.
Quando il pane avrà creato una pappetta nel latte, aggiungete tutti gli altri ingredienti.
Cucinare in forno a 180 gradi per circa 45 minuti.
Con questa torta recuperiamo:
🥖 pane raffermo
🍫 cioccolato delle uova di Pasqua
e quegli avanzini di frutta secca che non so da voi, ma nella mia dispensa non mancano mai.
“Cioccolato. Teobromina 650 mg ”
Arianna Rossoni
Quinto Quarto edizioni 2018 cartaceo
Arianna Rossoni è una dietista molto competente, la conosco da un po’ e ha voluto regalarmi questo suo ultimo libro (grazie, ancora grazie). È un’appassionata di cucina gourmet e una choco-snob, come ama definirsi: un’amante e conoscitrice del cioccolato. Tutta questa passione per uno dei cibi più amati del pianeta emerge prepotente nel suo libro.
La prima cosa che ho notato è il packaging: accattivante, con la scatolina che contiene il libro stesso, come nelle tavolette di cioccolato gourmet, in cui il nostro goloso bottino è racchiuso in una scatolina elegante con la marca del produttore, il nome del contenuto, gli ingredienti e la tabella nutrizionale. A mio parere, già questo dettaglio fa sì che il libro possa diventare un bel regalo non scontato ed elegante.
Le sezioni del libro sono su pagina bianca e sono intervallate dagli “extra” in pagina marrone bruno, colore che, leggendo pagina dopo pagina, scopriamo essere indicativo di qualità per il cioccolato fondente.
La struttura replica quella di un biguardino di farmaco, per sottolineare il taglio scientifico dei contenuti. Troviamo infatti tante nozioni nutrizionali, tutte supportate da dati, e curiosità storiche. Composizione chimica, storia, produzione, tecniche di manipolazione, condizioni di salute, possibile utilizzi in cucina.
L’autrice ci spiega come scegliere un cioccolato di qualità ripercorrendo la storia del seme di cacao dall’albero alla nostra barretta (gourmet, non ci stancheremo mai di sottolinearlo!) e anche come degustarlo, nonché come far rientrare la delizia del cioccolato nella nostra dieta a seconda delle esigenze che abbiamo. Una sezione è dedicata alla storia del consumo di cacao e cioccolato, a partire dalle civiltà precolombiane, fino ad arrivare ai grandi maître chocolatiers europei contemporanei.
Alcune ricette non scontate e le controindicazioni completano queste interessanti istruzioni per l’uso che vi consiglio caldamente.
Per la settimana 21 del progetto #SaveHumansThursday torniamo a parlare di ricette #antispreco. Avete mai utilizzato gli avanzi di pane raffermo per realizzare un ottimo dolce per la prima colazione? Ecco la ricetta della torta di #paneraffermo e #cioccolato fondente.
In Italia ogni giorno vengono gettati circa 1.300.000 kg di pane la cui produzione comporta ogni anno l’emissione di tonnellate di gas a effetto serra, le stesse prodotte da un’auto di media cilindrata e alimentata a benzina per percorrere la circonferenza della Terra per ben 67.000 volte. Il riscaldamento globale si contrasta anche a tavola.
http://ecobriciole.blogspot.it/2018/05/le-ricette-anti-spreco-torta-di-pane.html
Continuate a seguire il nostro progetto #SaveHumansThursday sulle pagine Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista e inseritele nei preferiti per non perdere gli aggiornamenti!
Ecco la ricetta di un dolcetto veramente versatile, tanto che ve la lascio in tre versioni.
Ingredienti
(Per una porzione)
1/2 avocado maturo
1 cucchiaino di cacao raw bio fondente (o di cacao fondente in polvere di ottima qualità)
2-3 mandorle
Versione Paleo:
1/2 cucchiaino di miele di acacia o castagno bio
Versione Keto:
Qualche goccia di dolcificante consentito
Versione Vegana:
Qualche goccia di stevia o di sciroppo di agave bio
Procedimento
Frullate benissimo tutti gli ingredienti. Viene meglio con un frullatore a boccale che con il frullatore a immersione). Tostate le mandorle in una piccola padella antiaderente e poi tagliatele grossolanamente col coltello.
Disponete la mousse in una coppetta, guarnite con le mandorle gustate!
Cacao… buono da mangiare e utile per la pelle, lo sapevano le donne Azteche che lo usavano come prodotto di bellezza.
Oggi vi parliamo di uno scrub per il corpo con proprietà esfolianti, che può contribuire a stimolare la microcircolazione e la rigenerazione della pelle. Perfetto per la primavera! Vi serviranno cacao amaro, olio extravergine di oliva, sale rosa dell’Himalaya e succo di limone. Null’altro.
Il sale, grazie alle sue proprietà osmotiche , aiuta a liberare i tessuti dall’eccesso di liquidi, l’olio extravergine di oliva protegge la pelle dai radicali liberi e ha effetto emolliente. Il cacao amaro – grazie al contenuto di metilxantine (teobromina e caffeina), flavonoidi e magnesio- può contribuire ad attivare il metabolismo cellulare e a migliorare la circolazione cutanea. Per questo motivo la teobromina viene utilizzata in molte creme per il trattamento delle adiposita’ localizzate .
Lo scrub va applicato sulla pelle umida, massaggiando in senso antiorario. E poi sciacquato via.
Seguici ogni mercoledì con la rubrica #Nutrilatuabellezza su
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna
Aesthetica Semiramide
Ogni settimana una golosa ricetta alleata della #salute e della #bellezza delle donne.
Per non perdere nessun aggiornamento potete aggiungere le nostre pagine ai preferiti!
54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Eccoci alla #settimana12: La ricetta del riciclo col cioccolato
Come ricorderete, nella prima uscita di #SaveHumansThursday abbiamo parlato dell’impatto ambientale del cibo in generale
Nel mondo si spreca circa 1/3 del cibo che viene prodotto e la maggior parte del cibo che viene buttato è perfettamente commestibile.
Con oggi iniziamo a darvi qualche ricetta del riciclo, in modo da aiutarvi a sprecare il meno possibile
Per continuare a parlare di cacao, ecco una ricetta senza glutine e senza lattosio, che consente di recuperare del cioccolato in scadenza (o scaduto da poche settimane). Potrebbe tornarvi utile per riciclare il cioccolato delle uova di Pasqua! Già che c’ero ho anche usato delle banane molto mature, che spesso ci troviamo in casa, non sappiamo cosa farne e buttiamo, ma sono veramente utili per preparare dei dolci.
Ingredienti
(Per 6-8 porzioni)
100 g di farina di mandorle
70 g di farina di cocco
3 uova
150 ml di bevanda vegetale non zuccherata
2 banane mature
70 g di cioccolato preferibilmente fondente
50 g di mandorle
40 di olio di oliva poco saporito o di olio di semi
1 cucchiaino di lievito per dolci
Procedimento
Setacciare le due farine con il lievito per dolci, frantumare con il coltello il cioccolato e aggiungerlo alle farine.
Frullare le uova con le banane, l’olio e la bevanda vegetale finche non si ottiene un composto ben spumoso.
Tritare grossolanamente le mandorle e metterle sul fondo di uno stampo unto con un poco di olio.
Unire il composto frullato con gli ingredienti secchi e mettere nello stampo.
Cuocere per circa 50 minuti a 180º.
Quando sarà fredda, sformare la torta e cospargerla di cioccolato in polvere, preferibilmente amaro.
Vi aspettiamo giovedì prossimo!
Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday e farci sapere se questa #ricettadelriciclo vi è piaciuta, seguiteci su
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
#SaveHumans #SaveHumansThursday #giovedìsalviamoci #spesaconsapevole #ciboconsapevole #mangiareconsapevole #cibovero
#ecocibo #ricettedelriciclo
#EcoNutrizione
54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Eccoci alla #settimana10: Cambiamenti climatici e cacao, quale futuro?
Abbiamo visto due settimane fa (per rileggere l’articolo, clicca qui) che il cioccolato ha un impatto ambientale non trascurabile, oggi cercheremo di capire quanta inflenza abbiano i cambiamenti climatici sul cacao.
I cambiamenti ambientali repentini che sono in atto in questo periodo della storia del pianeta Terra, anche accelerati dall’azione dell’uomo, stanno mettendo a rischio la sopravvienza di numerose specie di viventi. Non solo animali, dei quali magari si sente parlare più spesso, ma anche di vegetali. Il cacao, cibo degli dei per le antiche opolazioni Precolombianee e per Linneo che gli ha dato il nome con cui è classificato in botanica, è uno di questi.
Il cacao (Theobroma cacao ) è un albero sempreverde i cui fiori e frutti crescono direttamente sul tronco. Le piante selvagge sono un poco più basse di quelle coltivate, che raggiungono gli 8 metri.
Le piante di cacao iniziano a fiorire due volte all’anno dopo il terzo anno di vita e dopo il quinto divengono produttive. Vengono coltivate tra il 20 parallelo nord e il 20 parallelo sud e le tre aree principali sono
America con i cacao messicani, brasiliano e venezuelani
Asia con i cacao indonesiani e quelli srilankési
Africa con i cacao ghanesi, camerunensi, nigeriani, avoriani e malgasci
Le piante selvatiche sforano un poco da quest’area geografica, ma non di molto.
L’Africa occidentale riesce a soddisfare il 70% del mercato del cacao attuale, ma è anche la zona di coltivazione più a rischio a causa dei cambiamenti climatici che stanno mettendo in pericolo le coltivazioni. Secondo Il Centro Internazionale per l’Agricoltura Tropicale (CIAT https://ciat.cgiar.org), che promuove azioni, politiche e interventi di agricoltura sostenibile nelle aree tropicali, allo scopo di massimizzare i benefici nutrizionali e per la salute dei semi e delle coltivazioni, entro il 2030 le piantagioni di cacao africane saranno quelle più colpite dall’aumentare delle precipitazioni e delle temperature.
La World Cocoa Foundation (http://www.worldcocoafoundation.org) , una organizzazione non governativa e senza scopi di lucro che raccoglie varie figure coinvolte nella produzione di cacao: coltivatori, trasformatori, distributori, commercializzatori, ha intrapreso una serie di azioni per rendere tutto il settore del cacao “resiliente”, in grado cioè di adattarsi e sopravvivere ai cambiamenti del clima.
All’ultima Conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (COP23), tenutasi a Bonn a novembre 2017, il Gana e la Costa D’Avorio, come abbiamo visto tra i principali produttori di cacao, hanno annunciato che il programma per fermare la deforestazione è uno stadio molto avanzato. Questo programma è un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato nell’interesse del nostro Pianeta e di noi consumatori.
Tra le azioni principali di questo framework, c’è l’obbligo di un impegno vincolante dei partecipanti di non convertire più nessuna quota di foresta in piantagione di cacao. In Ghana questo è già realtà dal 1 gennaio 2018.
Inoltre, viene richiesto che le coltivazioni nelle zone del cacao vengano diversificate il più possibile, per garantire anche ai lavoratori un introito economico e delle condizioni di vita più vantaggiosi.
Riassumiamo?
La produzione di cacao è un processo costoso, economicamente ed ecologicamente. L’impatto ambientale del cacao ha fatto sì che ora gli ambienti in cui esso viene coltivato siano così influenzati negativamente dai cambiamenti climatici che sarebbe impossibile continuarne la coltivazione. Le deforestazioni messe in atto per poter piantare sempre più piante di cacao espongono le piante stesse ad alluvioni e all’innalzamento della temperatura globale.
I paesi, le aziende produttrici e che commercializzano il cacao e che lavorano sotto l’egida della World Cocoa Foundation hanno già iniziato a mettere in atto azioni concrete per salvare l’ambiente del cacao e continuare a consentirne la produzione.
Dalla nostra, non possiamo che augurare loro e augurarci che tutti i loro progetti vadano a buon fine e che si possa porseguire a gustare un alimento così buono e con alcune proprietà nutrizionali proprio interessanti.
Vi aspettiamo giovedì prossimo!
Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
#SaveHumans #SaveHumansThursday #giovedìsalviamoci #spesaconsapevole #ciboconsapevole #mangiareconsapevole #cibovero
#ecocibo
#EcoNutrizione
54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Eccoci alla #settimana8: Cacao e ambiente, una storia d’amore?
Lo so, esistono anche persone che non amano il cioccolato, ma faccio fatica a crederlo. Io ne vado molto ghiotta, i miei preferiti sono il fondente extra con le nocciole, il Criollo e il gianduia, di nuovo con le nocciole. Uso spesso la polvere di cacao amara per i dolci.
La pianta del cacao è un albero distribuito nell’aeriale equatoriale, che produce frutti che si chiamano le cabossidi. Al loro interno le cabossidi contengono dei semi, sono questi che vengono utilizzati per la produzione del “cibo degli Dei”.
I semi vengono raccolti, fermentati e poi lasciati essiccare al sole in modo da bloccare la fermentazione ed eliminare residui di umidità. In seguito vengono tostati/torrefatti, decorticati e degermogliati. Solo dopo verranno tritati grazie a cilindri caldi e si produrrà la massa di cacao.
Da questa, si separeranno il burro di cacao e la polvere di cacao.
L’ultimo passaggio per arrivare alle tavolette di cioccolato è quello della miscela della polvere di cacao con il burro in percentuali variabili e con altri ingredienti: zucchero, latte, frutta secca, additivi.
Come potete già notare da questo riassunto stringato il percorso dall’albero al cioccolatino o al pezzetto di tavoletta di cioccolato che state mangiando ora, è lungo, comprende tante fasi e si sposta anche dalle zone di coltivazione delle piante a quelle in cui avvengono i vari passaggi della lavorazione.
I dati ufficiali dell’impronta dell’acqua associata alla produzione di cioccolato (http://waterfootprint.org, accesso febbraio 2018) ci dicono che i semi di cacao hanno un’impronta idrica di 20000 litri/kg e che quella della pasta di cacao è 24000 litri/kg.
In media, 1 kg di pasta di cacao produce 530 grammi di polvere di cacao e 470 grammi di burro di cacao, mentre il 66% dell’impronta idrica della pasta di cacao é attribuibile al burro e la restante quota alla polvere e la stima è di 34000 litri/kg per il burro e di 15600 litri/kg per la polvere.
Assumendo che una ipotetica barretta di cioccolato sia formata da 40% pasta di cacao, 20% burro di cacao e 20% zucchero di canna (senza calcolare l’impronta dell’acqua del restante 20%, che potrebbe essere di edulcoranti, latte, frutta secca, paste aromatizzate, …) facciamo la somma delle impronte idriche
24000 l/kg x 40% (pasta di cacao) +
34000 l/kg X 20% (burro di cacao) +
1800 l/kg X 20% (zucchero di canna) =
_________________________________________
16,760 l/kg che approssimiamo a 17000 l/kg
Un barretta di cioccolato da 100 grammi, quindi, viene prodotta mediamente con un consumo di acqua di 1700 litri.
Che non è poco, pensate che un’arancia ha una impronta idrica di 80 litri di acqua.
Continueremo a parlare di cacao, cioccolato e cioccolata nelle prossime settimane, continuate a seguirci!
Vi aspettiamo giovedì prossimo!
Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
#SaveHumansThursday #SaveHumans #giovedìsalviamoci #spesaconsapevole #ciboconsapevole #mangiareconsapevole #cibovero
#ecocibo
#EcoNutrizione