#giovedìsalviamoci #SaveHumans
Come promesso eccoci alla #settimana1: per l’ambiente meglio il fresco o il surgelato?
Per stimare l’impatto ambientale di un alimento è necessario considerare il suo intero ciclo di vita, percorrendo tutte le fasi della filiera alimentare “dal campo alla forchetta”. La pressione della produzione del cibo sull’ambiente può essere valutata attraverso la famiglia delle impronte: impronta ecologica, impronta idrica, impronta del carbonio, ecc…
L’Impronta del Carbonio o Carbon Footprint, ad esempio, è un indicatore, espresso in g o kg di CO2 equivalente (anidride carbonica equivalente), che quantifica i gas serra emessi lungo la filiera alimentare che permette a ciascun alimento di arrivare sulla nostra tavola.
Ma cosa si intende per gas serra? Sono gas presenti nell’atmosfera che riescono a trattenere in maniera consistente la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole. Possono essere di origine naturale o antropica.
Dall’ultima glaciazione alla metà del 18° secolo i livelli dei gas serra nell’atmosfera sono rimasti praticamente costanti. Dalla rivoluzione industriale, a seguito delle crescenti emissioni di origine antropica, le loro concentrazioni sono aumentate e vengono emesse nell’atmosfera quantità di gas serra superiori a quelle che possono essere rimosse dai meccanismi naturali.
La rottura dell’equilibrio termico è all’origine del riscaldamento globale e del cambiamento climatico a cui assistiamo (effetto serra).
I principali gas serra la cui concentrazione è in aumento a causa delle attività umane sono:
– Anidride carbonica (CO2 ) derivante dai combustibili fossili. In assenza di attività antropica, il bilancio naturale di CO2 , è approssimativamente in pareggio.
– Metano (CH4) principalmente derivante dalla fermentazione enterica dei bovini e dalle discariche
– Ossido di diazoto (N2O) derivante dai fertilizzanti azotati
– Alocarburi di origine esclusivamente antropica: clorofluorocarburi (CFC), idrofluorocarburi (HFC). Utilizzati in alcune applicazioni industriali
Gli alimenti di origine vegetale freschi, se di stagione, hanno un impatto ambientale molto limitato. Tuttavia la catena del freddo, dalla produzione al consumo, la temperatura, il tempo di stoccaggio, il trasporto e la conservazione possono fare la differenza, aumentando le emissioni.
Nella infografica riportiamo l’esempio delle patate che in molti consumeranno a Natale arrosto o come purè.
La produzione di patate fresche comporta l’emissione dell’82% di gas serra in meno. In sostanza per produrre 1 kg di patate surgelate vengono emessi nell’atmosfera 2200 g di CO2, per trasportarle in nave per 10.000 km ne vengono emessi 500!
A Natale #rimbocchiamocilemaniche e usiamo #alimentifreschi!
Per saperne di più su #SaveHumansThursday
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Vi aspettiamo giovedì prossimo!
Buon Natale!
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La Terra può sopravvivere senza gli uomini, gli uomini senza la Terra no.
Il clima del nostro (unico) pianeta sta cambiando rapidamente sotto i nostri occhi. Gli eventi climatici estremi sono oramai consueti anche sul nostro territorio, l’impatto sull’agricoltura, la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai e la siccità sono solo alcune delle conseguenze. La comunità scientifica è unanime nel ritenere che tali cambiamenti sono provocati e accelerati dalle emissioni di gas serra legate alle attività umane.
Nei paesi occidentali la produzione e il consumo di alimenti sono alla base di un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera, percentuale che supera quella dovuta ai trasporti (18%).
Il cibo è tra le cause del cambiamento climatico.
Ad oggi un terzo della popolazione mondiale ha problemi di nutrizione e, se nulla cambierà, entro il 2020 l’aumento delle temperature potrebbe ridurre del 50% la produzione agricola di alcuni paesi africani e del 30% quella dell’Asia Centrale e del Sud dell’Asia. Aumentando le disuguaglianze e le schiere di “migranti ecologici”. In queste regioni del pianeta l’impatto della popolazione locale sull’ambiente è tra i più bassi al mondo e tuttavia subiscono la maggiore perdita di ecosistemi, pagando il prezzo dello stile di vita di buona parte dei paesi occidentali che, negli anni, hanno mantenuto dei consumi e un’impronta sull’ambiente superiori rispetto alla biocapacità pro-capite del pianeta.
Nel frattempo l’11% delle specie di uccelli, il 18% dei mammiferi, il 5% dei pesci e l’8% delle piante sulla Terra sono in pericolo d’estinzione a causa del degrado degli habitat, dell’eccessivo sfruttamento e dei cambiamenti climatici.
E dagli anni ’70 ad oggi il 50% delle specie di vertebrati è oramai estinta.
In molti abbiamo assistito – impotenti – alle terribili immagini, pubblicate dal National Geographic, che documentano gli ultimi istanti di vita di un orso polare mentre muore di fame. Lo scioglimento dei ghiacciai gli aveva impedito di procacciarsi il cibo. L’estinzione, estrapolata da asettiche cifre, è questa.
(Immagine di Caterina Sanders @Unsplash)
Risulta evidente che la tutela dell’ambiente, già gravemente compromesso, non è più solo affare di “anime poetiche”. È un grave problema che riguarda noi tutti, è necessario che ne prendiamo atto.
Da biologhe sappiamo bene che l’evoluzione ha intessuto una trama di sottilissimi fili che collegano tutte le creature, ciò che accade a loro prima o poi arriverà anche a noi.
Per questo riteniamo che qui non si tratti di salvare il Pianeta che sarà in grado di adattarsi, con le conseguenti estinzioni di massa, come già avvenuto molte volte nella sua storia. La Terra può sopravvivere senza gli uomini, gli uomini senza la Terra no!
E’ necessario nei prossimi 20 anni ridurre del 40 % le emissioni di gas serra pro-capite.
Siamo perfettamente consapevoli della necessità di interventi politici importanti e condivisi tra le Nazioni. Scelte che, con gravissime responsabilità, non ci risultano ad oggi compiute.
Abbiamo pertanto deciso di dare il nostro contributo. La spesa e lo stile di vita rappresentano il primo atto politico di un cittadino.
Ogni giovedì, a partire da oggi e per tutto il 2018, troverete sulle nostre pagine Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista aggiornamenti, informazioni, suggerimenti pratici per abbassare la nostra impronta ecologica a partire dal carrello della spesa, fino ad arrivare alla pattumella dell’organico (perché voi differenziate i rifiuti, vero?).
Può sembrare una piccola goccia in un oceano, ma cosa avverrebbe se tutti i cittadini iniziassero ad assumersi la propria parte di responsabilità nel processo di cambiamento? Noi crediamo che rischierebbero di cambiarle per davvero le cose.
Seguiteci e aiutateci a raggiungere il maggior numero di persone possibile!
Stay tuned!
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