Gli asparagi sono una delle mie verdure preferite e, ora che è maggio, sono in piena stagione.
Uso di solito gli asparagi verdi, perchè nella mia zona sono tipici, ma anche quelli bianchi mi piacciono tantissimo.
Il problema degli asparagi, di solito, è che si produce molto scarto utilizzandoli in cucina, con questa ricetta del risotto asparagi e crescenza, vi mostro come usarne ogni parte e non buttare via niente!
Risotto asparagi e crescenza anti-spreco
Ingredienti (4 persone)
280 g di riso (io ho usato il riso baldo biologico)
200 g di crescenza
500 g di asparagi verdi
1 piccola cipolla dorata
due cucchiai di parmigiano reggiano
olio extravergine di oliva o burro per il soffritto
1 cucchiaino di dado granulare vegetale (io ho il mio fatto in casa)
sale e pepe a piacere
Procedimento
Tagliamo la parte legnosa degli asparagi, poi separiamo la parte tenera del gambo dalle punte e laviamo molto bene il tutto. Teniamo da parte le punte.
aggiungendo un po’ del brodo che abbiamo preparato con la parte legnosa dei gam
Mettiamo la parte legnosa in pentola a pressione con un po’ d’acqua, il dado vegetale e lasciamo cucinare per 20 minuti dal fischio. Buttiamo i gambi e teniamo il brodo ottenuto.
Rosoliamo la cipolla dorata nell’olio o nel burro e, quando è imbiondita, aggiungiamo le parti più tenere dei gambi, tagliate a tocchetti, lasciamo cucinare a fuoco medio per 5 minuti circa.
Facciamo tostare il riso nella pentola dove abbiamo iniziato a cucinare le parti tenere dei gambi, sfumiamo con un po’ di vino biancoe copriamo con il brodo delle parti legnose. Lasciamo cucinare a fuoco basso, mescolando e aggiungendo poco brod
o mano a mano che si asciuga. Serviranno 14-16 minuti a seconda della varietà di riso
che abbiamo scelto. 5 minuti prima della cottura ottimale del riso, aggiungiamo le punte degli asparagi.
A fine cottura mettiamo la crescenza, mescoliamo finche non si scioglie bene, poi togliamo dal fuoco, aggiungiamo il parmigiano e mescoliamo con energia.
Versiamo nei piatti e gustiamo!
Questo piatto può essere considerato un piatto unico.
Ricordate che il brodo di gambi di asparago è utile per cucinare altri risotti a base vegetale, oppure per stufare altre verdure, oppure per allungare delle vellutate. Io lo congelo, così ne ho sempre un po’ in freezer.
We are the Weather: Saving the Planet Begins at Breakfast
(Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi)
Jonathan Safran Foer. 2019. Penguin Books Ltd (Guanda). Ebook e cartaceo
La premessa è che non amo Safran Foer.
“Molto forte, incredibilmente vicino” è stata una scalata senza attrezzatura e con le mani ferite, non finiva più, ho arrancato dall’inizio alla fine.
Quindi, non ho mai più letto nessun libro di questo autore. Poi, per caso, mi è capitato tra le mani “We are the Weather: Saving the Planet Begins at Breakfast (Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi) e ho deciso di leggerlo perché l’argomento del cambiamento climatico e di cosa si possa fare all’atto pratico mi interessa molto.
Non avendo più seguito nulla dell’autore negli ultimi 15 anni, non sapevo avesse scritto un libro sull’alimentazione a base vegetale e che fosse vegetariano.
Chiaramente, ho faticato anche con questo libro. Se non c’è sintonia con un autore, non si crea soltanto stando lontani tanti anni.
Ho apprezzato molto la prima parte, nella quale Safran Foer spiega come si crei la consapevolezza della propria importanza nelle persone comuni per quanto riguarda crisi importanti: la II guerra mondiale, l’Olocaustola lotta per i diritti delle persone di colore, le prime campagne vaccinali.
Dalla seconda parte in poi, il libro entra nel vivo dell’argomento cambiamento climatico, che conseguenze avrà per il genere umano e cosa ognuno di noi può fare ogni giorno per evitare l’estinzione di massa dell’umanità.
Ci racconta anche i dubbi e dilemmi personali dell’autore, che addirittura confessa di non essere così vegetariano come si credeva pubblicamente.
Ho apprezzato davvero tanto la sua onestà intellettuale e il suo mettersi a nudo, il raccontarci le sue debolezze.
Non so se l’azione intorno alla quale verte tutto sia possibile, sicuramente un cambiamento produttivo di un settore alimentare è richiesto e tutti noi possiamo fare il nostro pezzetto.
Insisto sempre sulla qualità degli alimenti scelti per la propria alimentazione e di essere sempre consapevoli delle tecniche produttive, oltre che la nostra salute, anche l’ambiente e i nostri bambini ci ringrazieranno.
Ecologia umana è stata una delle mie materie preferite all’università, questa lettura è stata un aggiornamento, in termini “laici” a quello che ho studiato.
A chi consiglio questo libro: a tutti. È fondamentale capire come l’atto di nutrirsi sia strettamente connesso con l’ambiente e Il futuro.
Le cipolle sono un ortaggio ricco di sali minerali e vitamine utili per la nostra salute.
Sono prive di grassi, hanno poche proteine poco biodisponibili, fibra e molte poche calorie.
i loro principali elementi nutritivi sono la vitamina C e vitamine del gruppo B, potassio, fosforo, calcio e manganese. Le foglie contengono più vitamina A e C del bulbo e sono molto ricche di vitamina K.
Però, non mangiamo le foglie della cipolla, al massimo quelle dei cipollotti ed è un vero peccato, in termini nutrizionali e anche per quello che riguarda lo spreco di cibo, che sapete essere un argomento che mi sta molto a cuore.
Ho trovato un bel mazzo di cipolla di Tropea IGP, con anche tutte le foglie e l’ho comprato, chiedendo di non tagliare via le foglie per buttarle. Le ho usate per uno sformatino facile, che può costituire un secondo piatto o un antipas
Ho essiccato quelle avanzate per poi usarle per il mio solito brodo granulare vegetale.
Sformato di foglie di cipolla Rossa di Tropea IGP.
Ingredienti
foglie di cipolla Rossa di Tropea IGP a piacere
4 uova da galline razzolanti
4 cucchiai di pane grattato (o di farina di mandorle)
4 cucchiai di parmigiano reggiano
1 bicchiere di latte (o bevanda vegetale di mandorle senza zucchero)
1 pizzico di sale di Cervia aromatizzato alle erbe
Procedimento
Lavare le foglie delle cipolle e affettarle finemente
Montare bene le uova insieme al pane grattato, al parmigiano e al latte con una frusta a mano, aggiungere il sale.
Disporre i pezzetti delle foglie di cipolla in una pirofila unta con un filo di olio extravergine di oliva e spolverizzata di pane grattato. Aggiungere il composto delle uova.
Cuocere in forno a 180 º per circa 30 minuti.
È buono sia caldo che freddo.
#settimana36 di Save Humans Thursday, con una ricetta del doppio #recupero.
Torta di pane e cioccolato
300 g di pane raffermo (per me il pane sesamo e noci de Il Forno di Calzolari)
3 bicchieri di latte, anche vegetale (per me, di mandorla dolce senza zuccheri)
10g di zucchero
2 uova da
50 g di uvetta
200g di cioccolato fondente (dalle uova di Pasqua)
2 cucchiai di noci avanzate (per me noc)
Fate ammollare il pane nel latte.
Montate bene le uova con il cucchiaino di zucchero e intanto ammollate l’uvetta in acqua tiepida.
Quando il pane avrà creato una pappetta nel latte, aggiungete tutti gli altri ingredienti.
Cucinare in forno a 180 gradi per circa 45 minuti.
Con questa torta recuperiamo:
🥖 pane raffermo
🍫 cioccolato delle uova di Pasqua
e quegli avanzini di frutta secca che non so da voi, ma nella mia dispensa non mancano mai.
Il vetro è un materiale dall’uso antichissimo che esiste in natura.
Si forma quando piccole particelle di quarzo si fondono a causa di alte temperature (il calore di un’eruzione vulcanica, un fulmine che cade su di una spiaggia quarzica) e si solidificano poi. È un fluido solidificato.
Già in Mesopotamia 9000 anni fa l’uomo aveva capito come produrre il materiale che già conosceva e usava perché reperibile in natura, pensiamo per esempio alle punte di ossidiana per le lance o ai raschietti dello stesso materiale che si ritrovano in reperti preistorici.
Il manufatto di vetro lavorato più antico che conosciamo oggi è una piccola coppa egizia colorata custodita al museo di Monaco di Baviera e risale al 1500 a.C
Il vetro è plasmabile, resistente e impermeabile, inodore e insapore, consente quindi di conservare unguenti, cosmetici, profumi, cibi, bevande senza alterarne le proprietà organolettiche.
Non viene prodotto con materie prime inquinanti, può essere riutilizzato pressoché all’infinito e si ricicla numerosissime volte, pertanto è considerato un materiale “pulito”.
Ve ne parliamo oggi, non tanto per la sua storia affascinante, che si intreccia con quella dell’Uomo moderno, ma per il suo utilizzo in cucina e il suo impatto ambientale minimo grazie alle sue qualità fisico-chimiche che consentono di riciclarlo in modo molto efficiente.
Innanzitutto il vetro non brucia se riscaldato, non produce perciò gas serra e consente di risparmiare energia rispetto al riciclaggio di altri materiali. Inoltre, il suo riciclo cosi energeticamente conveniente consente di
risparmiare sull’utilizzo di altri materiali, piu inquinanti e piu dispendiosi da trattare negli impianti di riciclaggio.
Separarlo dagli altri rifiuti al momento della raccolta differenziata gia a casa ci permette di garantire e aumentare il volume di questo processo di riclaggio ritenuto ecologico. Per darvi qualche numero: ogni tonnellata di rottame rifuso permette di risparmiare 1,2 tonnellate di materie prime e circa 100 Kg di combustibile.
Il vetro è il materiale ideale per conservare i cibi, le bevande, gli olii nelle nostre dispense e nei nostri frigoriferi. Come dicevamo, non trasmette sapori e odori al proprio contenuto ed è impermeabile, possiamo quindi usarlo per i solidi e per i liquidi.
Eccovi qualche consiglio pratico, oltre alla classica conservazione dei biscotti
- i vasetti dello yogurt o comunque quelli piccoli possono essere usati per portare al lavoro uno snack a base di frutta secca
- i vasetti della marmellata si possono usare per conservare in frigo gli spicchi dei limoni
- i vasi grandi, quelli per esempio delle confezioni famiglia di olive, possono essere riempiti a strati con il nostro pranzo da portarci in giro: sotto i cereali, poi la verdura, sopra il formaggio o la carne. In un altro piccolo vaso porteremo olio, pepe, sale e aceto e condiremo così la nostra insalata mista al momento del consumo
- per portare con noi le uova sode possiamo usare i vasi un poco più panciuti
- per le spezie, il sale, lo zucchero i vasi in vetro sono l’ideale per la conservazione in dispensa
- quelle che erano le bottiglie della birra, se verde scuro o marrone, sono molto comode per porzionare l’olio di oliva comprato in lattine da 5 o 10 litri al frantoio
- in frigorifero per riporre gli avanzi dei pasti, scegliendo i vasi in base a forma e dimensione
- il brodo si conserva molto bene in freezer nei vasi di vetro (attenzione a non riempirli fino all’orlo)
Avete l’abitudine di riutilizzare i contenitori in vetro e di separarlo nella vostra raccolta differenziata domestica?
Per continuare a
seguire il nostro progetto Save Humans Thursday, aggiungi le nostre pagine facebook ai tuoi preferiti
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Eccoci alla #settimana23: La biodiversità
Il 22 maggio appena trascorso è stata la giornata mondiale della biodiversità. La biodiversità è la varietà degli esseri viventi sul nostro pianeta e viene misurata in ecosistemi, popolazioni, specie, geni.
Il suo grandissimo valore è legato alla sopravvivenza della Terra: più biodiversità c’è più le specie avranno possibilità di adattarsi ai cambiamenti ambientali e di preservare gli ecosistemi nei quali vivono. La biodiversità costituisce la resilienza della Terra come la conosciamo.
Tutti gli organismi viventi sono interconnessi tra loro, perciò, salvaguardare la biodiversità, significa salvaguardare noi stessi. Dalla biodiversità dipendono l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo.
L’erosione dei suoli e la desertificazione dovuta ai cambiamenti climatici associati all’impoverimento delle colture a causa di coltivazioni intensive hanno impoverito il patrimonio di acqua potabile a disposizione e continuano a impoverirlo a tassi sempre più veloci anche mentre leggiamo questo articolo.
Non è difficile capire lo stretto legame tra nutrizione e biodiversità: meno specie di vegetali e animali commestibili significano meno variabilità in tavola, che invece sappiamo essere uno dei segreti per preservare la propria salute mangiando.
Ma anche il senso contrario vale e vale in negativo: meno variabilità a tavola porta chi produce cibo a coltivare o allevare sempre meno specie agricole e questo riduce la biodiversità.
I dati FAO in merito alla biodiversità in campo agroalimentare sono terribilmente sconfortanti:
- il 7% delle 8800 specie di animali da allevamento sono estinte, il 24% sono a rischio di estinzione.
- 3 specie animali da sole forniscono la maggior parte delle calorie nelle diete per l’uomo
- le aree montane ospitano circa ¼ di tutta la biodiversità
- un metro quadro di suolo contiene piu di 1000 specie di invertebrati
- 3 specie agricole fruttifere o sementifere su 4 nel mondo dipendono, almeno in parte, dagli insetti impollinatori
- 3 specie agricole da sole forniscono circa il 60% delle proteine e delle calorie quotidiane per tutti gli esseri umani nel mondo
- il pesce contribuisce per il 20% alle calorie quotidiane di 3 miliardi di persone nel mondo
Come possiamo, quindi, con la spesa di ogni giorno, il gesto politico veramente alla portata di tutti, aiutare l’ecosistema pianeta Terra e noi stessi in quanto suoi abitanti? Come possiamo contribuire a preservare la biodiversità occupandoci anche della nostra salute?
I 6 punti di Save Humans Thursday
1 – privilegiamo produzioni locali. Questo avvantaggerà i prodotti del nostro territorio, che magari non saranno di grande moda, ma in questo modo continueranno a essere coltivati e non scompariranno.
2 – riscopriamo produzioni “antiche”. Non necessariamente vecchissime, ma utilizzate anche prima della rivoluzione agricola industriale. In questo modo si avvantaggeranno coltivazioni e allevamenti su larga scala tecniche agricole e agronomiche tradizionali, che rispettano i tempi e i modi della natura di quel territorio (per esempio, la coltivazione di legumi e cereali in filari attigui e la rotazione delle sementi)
3 – scegliamo piccoli produttori. È molto più facile che un piccolo produttore utilizzi sementi o animali razza locale e li coltivi/allevi con tecniche tradizionali rispetto a un produttore su larga scala.4 – compriamo in stagione. Favorire prodotti di stagione favorisce tecniche di coltura e allevamento meno intensive, con minor utilizzo di sostanze di sintesi e di mangimi industriali. Preserva inoltre la diversità delle sementi e delle razze animali.
5 – siamo curiosi di provare nuovi alimenti. Internet è un’enorme fonte di informazioni, se al mercato o al super vediamo un cibo che non conosciamo, locale e di stagione, compriamolo, cercheremo ricette a casa su internet (o nei libri di cucina per i meno tecnologici).
6 – così come a casa in viaggio gustiamo sapori locali, per conoscere meglio il mondo e per diffondere le sane abitudini eco-nutrizionali che stiamo imparando con Save Humans Thursday
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Per la settimana 21 del progetto #SaveHumansThursday torniamo a parlare di ricette #antispreco. Avete mai utilizzato gli avanzi di pane raffermo per realizzare un ottimo dolce per la prima colazione? Ecco la ricetta della torta di #paneraffermo e #cioccolato fondente.
In Italia ogni giorno vengono gettati circa 1.300.000 kg di pane la cui produzione comporta ogni anno l’emissione di tonnellate di gas a effetto serra, le stesse prodotte da un’auto di media cilindrata e alimentata a benzina per percorrere la circonferenza della Terra per ben 67.000 volte. Il riscaldamento globale si contrasta anche a tavola.
http://ecobriciole.blogspot.it/2018/05/le-ricette-anti-spreco-torta-di-pane.html
Continuate a seguire il nostro progetto #SaveHumansThursday sulle pagine Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista e inseritele nei preferiti per non perdere gli aggiornamenti!
54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo
su
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Eccoci alla #settimana20: L’inquinamento del suolo
Si sta svolgendo a Roma in questi giorni il simposio della FAO “Soil Pollution” (inquinamento del suolo) che ha lo scopo di supportare l’implementazione di Linee Giuda volontarie nei vari paesi del mondo per combattere l’inquinamento del suolo.
Il suolo è un filtro che ci protegge da moltissimi contaminanti, smorzando la loro azione, però non ha capacità infinita di filtrazione e quando questa si esaurisce, i contaminanti finiscono anche nella catena alimentare.
Non ce ne rendiamo conto, ma il suolo non è rinnovabile e perchè se ne formi 1 centimetro servono 1000 anni, Senza suolo non avremmo le coltivazioni agricole, i pascoli e l’acqua filtrata di sorgente, quindi non avremmo cibo, medicine, acqua da bere.
Inoltre, il suolo scambia nutrienti con i vegetali, preservando la qualità anche delle coltivazioni a uso alimentare: un suolo sano, produrrà raccolti migliori.
Il 95% del nostro cibo è prodotto nel suolo, quindi per raggiungere l’obiettivo di aumentare la 54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su produzione alimentare del 50% entro il 2050 per sostenere la popolazione mondiale, dobbiamo occuparci seriamente della sua salute.
Sappiamo quanto sia importante la biodiversità per l’equilibrio e il benessere dela Terra, essa è il patrimonio che consente alla vita di perpetrarsi, perchè maggiore biodiversità c’è, maggiore adattamento ai cambiamenti (climatici, naturali, catastrofici) il nostro pianeta ha. Ebbene, nel suolo troviamo la maggior parte della biodiversità presente sulla Terra, ¼ di essa. Si dice che in un cucchiaio di suolo si trovino più organismi viventi che persone sul nostro pianeta. Per preservare la biodiversità del suolo, vanno adottate sempre più politiche agricole quali le coltivazioni biologiche, le rotazioni delle coltivazioni e dei pascoli, la conservation agriculture(*).
Ormai 1/3 del suolo è moderatamente o altamente degradato, a causa dell’erosione, della perdita di materia organica e di nutrienti, dell’acidificazione, della salinizzazione, della compattazione e dell’inquinamento chimico.
Una gestione agricola sostenibile può invertire la rotta e assicurarci un futuro con più certezza che ci sia cibo disponibile per tutti.
Nel nostro piccolo cosa possiamo fare per aiutare a fare sì che vengano compiute scelte sempre più sostenibili e a garanzia di un futuro migliore per tutti gli abitanti del nostro pianeta?
Quando facciamo la spesa:
- prediligiamo prodotti di stagione. Le colture in serra o incrociate per sopravvivere a condizioni climatiche nno male al portafogli e al suolnon indicate fa
- scegliamo colture “antiche”, in disuso o dimenticate. Il recupero di vecchie tradizioni agricole aiuterà il suolo a rimanere in salute
-
variamo il più possibile il contenuto del carrello, non fissiamoci sempre sugli stessi cibi. La biodiversità è la ricchezza della vita, promuoviamola.
-
privilegiamo le colture biologiche, aiuteremo a contrastare l’inquinamento da sostanze di sintesi.
Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday seguici ogni giovedì su:
Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e
Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
(*)conservation agriculture: un sistema agricolo basato sul minimo impatto sul suolo, sulla tradizionale rotazione delle colture e copertura permanente del suolo, in base alla stagionalità, che serve a bloccare l’erosione e a produrre humus.
Per la settimana 19 del progetto #SaveHumansThursday pubblichiamo la seconda parte dell’approfondimento sul #glifosato.
Alla fine del 2017 la Commissione Europea ha prorogato per altri 5 anni l’autorizzazione al commercio di erbicidi a base di glifosato. Il dibattito è stato acceso e i pareri delle diverse agenzie, preposte al controllo del pericolo e del rischio, discordanti. Cosa sappiamo, ad oggi, riguardo alla possibile cancerogenicità del glifosato, ai suoi effetti sul sistema endocrino e al suo impatto sugli animali e sulla biodiversità delle piante?
Per la settimana 17 del progetto #SaveHumansThursday pubblichiamo la prima parte dell’approfondimento sul #glifosate.