Autore:Livia Galletti

La Doula

Pubblicatodi il Mar 5, 2018 in Di tutto un po'
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Pochi giorni fa Chiara Ferragni, la famosa imprenditrice di e creatrice di The Blonde Salad, ha annunciato, sul suo profilo instagram, che si farà affiancare da una doula per i restanti mesi della sua gravidanza e per i primi mesi da mamma.

Cos’è la Doula?

Io lo so solamente perché a una cena a casa di amici ho conosciuto Jennifer, una futura doula. Le ho chiesto se aveva voglia di scrivere due righe per tutte noi, dato che questa figura in Italia è addirittura regolamentata, come professione non ordinistica, dalla legge 4 del 14 gennaio 2013, pubblicata sulla G.U. n. 22 del 26 gennaio 2013, ma se ne sa poco.

La doula è una donna che si sta preparando ad aiutare altre donne. In cosa? Ecco le parole di Jennifer.

“La Doula è una donna che si prende cura di un’altra donna, nel viaggio della Maternità!

E’ una figura professionale che si occupa del sostegno emotivo e del benessere della donna e della famiglia dalla gravidanza fino al primo anno di vita del bambino. Non è una figura sanitaria ma una donna che , con la sua esperienza personale e formazione,offre un sostegno su misura, intimo e confidenziale, nel pieno rispetto delle scelte delle persone che assiste. Non essendo una figura sanitaria, né medica , la doula è una figura complementare a quella dell’ostetrica, mai concorrente, alla quale si può affiancare nell’assistenza alla futura mamma nel pieno rispetto delle reciproche competenze. Lo strumento principale di cui la doula si serve, è, infatti, la “relazione “, quindi l’ascolto, l’accoglienza, l’orientamento, l’accudimento; In questo modo la doula diventa una “facilitatrice” della migliore esperienza di maternità, aiutando la donna ad essere protagonista delle sue scelte e più consapevole di quello che desidera e di come fare per ottenerlo.
Il termine doula è stato usato per la prima volta nell’antica Grecia ad indicare le schiave di famiglia delle donne; erano loro ad occuparsi di tutto ciò che riguardava l’assistenza personale e familiare, ed erano particolarmente importanti durante il parto, dove avevano funzioni che oggi potremmo definire di “supporto emotivo” e di mediazione religiosa.

I primi a riutilizzare il termine doula ai giorni nostri sono stati Marshall H, Klaus, neonatologo di fama mondiale, sua moglie Phyllis, psicoterapeuta, e John Kennell, professore in pediatria; per loro la doula è una donna attenta ed esperta che garantisce un supporto continuativo durante la gravidanza, il parto e il dopo parto.

Perché una doula?

Il contesto sociale, negli ultimi anni, è cambiato molto e la donna si trova spesso a vivere l’esperienza della maternità in solitudine; diversi studi scientifici dimostrano che la presenza di una doula, oltre a facilitare l’esperienza della gravidanza ,del parto e del puerperio, favorisce anche la creazione di un forte bonding con il neonato.

Che cosa fa una doula?

La doula accompagna e accudisce la mamma e il suo bambino durante la gravidanza, il parto e il post parto.

In gravidanza è un importante punto di riferimento; ascolta e sostiene emotivamente la mamma nelle decisioni da prendere, così come nelle piccole e grandi crisi, costruendo con lei una relazione empatica e di fiducia, la aiuta a cercare informazioni basate su evidenze scientifiche, può aiutare nella compilazione di un birth plan, o piano di nascita, da preparare insieme al partner, in modo da poter comunicare al personale sanitario le proprie richieste rispetto al parto. Può accompagnare la mamma a visite o esami emotivamente stressanti. Può aiutare nella gestione dei figli maggiori negli ultimi mesi di gravidanza e pianificare e organizzare il rientro a casa quando ci sono figli più grandi.

Durante il travaglio e il parto può sostenere la coppia emotivamente e fisicamente, sia in ospedale sia a domicilio con la presenza di un’ostetrica. Durante il travaglio la doula può praticare tecniche di sostegno attivo e gestione del dolore in precedenza esplorate insieme alla mamma; la doula incoraggia, rassicura, conforta. Si preoccupa anche dei bisogni dei papà: nei travagli prolungati, può “dare il cambio” al partner perché possa riposarsi, mangiare, bere, andare in bagno. Studi scientifici hanno evidenziato che la presenza della doula durante il travaglio di parto rende più partecipe e meno sofferente anche il papà! La doula si prende poi cura dei bisogni primari della mamma, come bere, mangiare, fare pipi, la incoraggia a mantenere una posizione verticale ed essere attiva e protagonista del proprio parto, può fare massaggi specifici, protegge la sacralità, l’intimità e la sensualità del parto, aiuta la mamma a renderlo unico e suo.

Come dice la famosa ostetrica americana Pam England: “Non partorite senza una doula!”

Dopo la nascita aiuta a elaborare l’esperienza del parto e, nei primi mesi dopo il parto, la doula protegge e supporta la nuova famiglia, si prende cura della neonata relazione mamma-bambino e della nuova coppia genitoriale, diventando un punto di riferimento e un aiuto concreto non solo per il puerperio ma anche per tutto il primo anno di vita del bimbo.
La doula fornisce supporto emotivo, fisico e pratico aiutando a riorganizzare la routine quotidiana affinché i bisogni primari della mamma siano soddisfatti e sostenendola nella gestione del neonato e di eventuali fratellini o sorelline.
La doula può aiutare nelle scelte di accudimento e di allattamento partendo dall’ascolto e nel rispetto delle scelte della mamma, offrendo informazioni congruenti e, se necessario, indirizzando la coppia a consulenze con specifiche figure di riferimento.

A conclusione di questa presentazione, una metafora che racchiude l’essenza di ESSERE DOULA.

DOULA, ” LA CULLA PER LA MAMMA”

La Doula è colei che, prendendosi cura della mamma

in modo dolce ,delicato ,attento ,

la pone in un immaginario luogo protetto ,simboleggiato

dalla culla ,all’interno della quale la mamma può sentirsi

sicura e libera ;

la culla è il luogo simbolo del riposo tranquillo del neonato ,avvolgente ,tiepido ,morbido ,tutto suo .

La culla diventa per la mamma quello spazio di accudimento ,

di ascolto ,di attenzione ,di coccola ,

di dondolio che una Doula può offrirle ;

uno spazio libero da giudizi, inviolabile ,quasi sacro ,

all’interno del quale la mamma farà le sue scoperte

legate alla sua gravidanza e alla sua maternità .

Nella culla la mamma non sarà sola nemmeno quando ,

fisicamente , lo sarà ;

il dondolio dolce della culla stessa le ricorderà’ che ci sarà sempre una doula pronta a prendersi cura di lei

Grazie mille Jennifer!!

 

Quali gamberi portare in tavola – parte 2

Pubblicatodi il Mar 1, 2018 in Save Humans Thursday
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Di quali informazioni abbiamo bisogno quando acquistiamo gamberetti? Quali sono le specie pescate nel Mediterraneo e qual é l’impatto della pesca sugli ecosistemi marini?

Il nuovo articolo per la settimana n. 11 del progetto #SaveHumansThursday, 54 settimane per parlare dell’impatto ambientale del cibo su Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista.

Vi aspettiamo giovedì prossimo!

 

http://ecobriciole.blogspot.it/2018/02/quali-gamberi-portare-in-tavola-parte-2.html

Ogni Maledetta Luganega – It’s Gameday!

Pubblicatodi il Feb 27, 2018 in Ogni Maledetta Luganega
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Per la quarta uscita di Ogni Maledetta Luganega, nel 2015, avevo parlato di metabolismi muscolari e di come ogni ruolo fosse così diverso da avere coinvolgimenti metabolici propri. Per concludere, avevo dato qualche suggerimento per come affrontare il giorno della partita in termini di nutrizione e di idratazione.

Buona lettura

Ogni Maledetta Luganega: It’s GameDay!

 

 

“Questione di ormoni”

Pubblicatodi il Feb 27, 2018 in La Mangia Libri
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“Questione di Ormoni”

Marion Gluck e Vicki Edgson

Cairo editore 2012 cartaceo

Marion Gluck è un medico tedesco trapiantata in Australia e Vicky Edgson è una nutrizionista inglese.

Si occupano, collaborando, di pazienti con squilibri degli ormoni sessuali, utiizzando ormoni bioidentici la prima e l’alimentazione la seconda. Per la maggior parte si tratta di donne, ma anche qualche uomo ha chiesto il loro aiuto.

Ho trovato il libro interessante e ben scritto, pieno di esempi di casi reali arrivati ai loro ambulatori. Soprattutto le parti di Vicki, la nutrizionista, sono alla portata di tutti.

Le sezioni scrite da Marion, il medico, hanno sicuramente una grande attrattiva, ma è bene non lasciarsi trascinare in autodiagnosi o precipitare nell’agitazione dell’autosuggestione, ed è importante leggere i capitoli introduttivi come cultura generale, senza tentare di trasferirli nella propria vita. Le sue spiegazioni degli ormoni sessuali, delle loro funzioni, di come interagiscono e della loro importanza sono molto chiare e utili per farsi un quadro di come il nostro sistema ormonale sia una danza di numerosi ballerini che devono sapersi muovere in perfetta armonia.

Lo consiglio ai miei colleghi e al pubblico (con le accortezze qui sopra).

Se avete voglia di suggerirmi qualche libro da leggere e recensire per questa rubrica, mi farebbe molto piacere. Potete farlo come commento al post relativo a questo libro sulla mia pagina Facebook , oppure mandando una mail a

info@liviagalletti.com

 

Cambiamenti climatici e cacao, quale futuro?

Pubblicatodi il Feb 21, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Eccoci alla #settimana10: Cambiamenti climatici e cacao, quale futuro?

Abbiamo visto due settimane fa (per rileggere l’articolo, clicca qui) che il cioccolato ha un impatto ambientale non trascurabile, oggi cercheremo di capire quanta inflenza abbiano i cambiamenti climatici sul cacao.

I cambiamenti ambientali repentini che sono in atto in questo periodo della storia del pianeta Terra, anche accelerati dall’azione dell’uomo, stanno mettendo a rischio la sopravvienza di numerose specie di viventi. Non solo animali, dei quali magari si sente parlare più spesso, ma anche di vegetali. Il cacao, cibo degli dei per le antiche opolazioni Precolombianee e per Linneo che gli ha dato il nome con cui è classificato in botanica, è uno di questi.

Il cacao (Theobroma cacao ) è un albero sempreverde i cui fiori e frutti crescono direttamente sul tronco. Le piante selvagge sono un poco più basse di quelle coltivate, che raggiungono gli 8 metri.

Le piante di cacao iniziano a fiorire due volte all’anno dopo il terzo anno di vita e dopo il quinto divengono produttive. Vengono coltivate tra il 20 parallelo nord e il 20 parallelo sud e le tre aree principali sono

America con i cacao messicani, brasiliano e venezuelani

Asia con i cacao indonesiani e quelli srilankési

Africa con i cacao ghanesi, camerunensi, nigeriani, avoriani e malgasci

Le piante selvatiche sforano un poco da quest’area geografica, ma non di molto.

L’Africa occidentale riesce a soddisfare il 70% del mercato del cacao attuale, ma è anche la zona di coltivazione più a rischio a causa dei cambiamenti climatici che stanno mettendo in pericolo le coltivazioni. Secondo Il Centro Internazionale per l’Agricoltura Tropicale (CIAT https://ciat.cgiar.org), che promuove azioni, politiche e interventi di agricoltura sostenibile nelle aree tropicali, allo scopo di massimizzare i benefici nutrizionali e per la salute dei semi e delle coltivazioni, entro il 2030 le piantagioni di cacao africane saranno quelle più colpite dall’aumentare delle precipitazioni e delle temperature.

La World Cocoa Foundation (http://www.worldcocoafoundation.org) , una organizzazione non governativa e senza scopi di lucro che raccoglie varie figure coinvolte nella produzione di cacao: coltivatori, trasformatori, distributori, commercializzatori, ha intrapreso una serie di azioni per rendere tutto il settore del cacao “resiliente”, in grado cioè di adattarsi e sopravvivere ai cambiamenti del clima.

All’ultima Conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (COP23), tenutasi a Bonn a novembre 2017, il Gana e la Costa D’Avorio, come abbiamo visto tra i principali produttori di cacao, hanno annunciato che il programma per fermare la deforestazione è uno stadio molto avanzato. Questo programma è un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato nell’interesse del nostro Pianeta e di noi consumatori.

Tra le azioni principali di questo framework, c’è l’obbligo di un impegno vincolante dei partecipanti di non convertire più nessuna quota di foresta in piantagione di cacao. In Ghana questo è già realtà dal 1 gennaio 2018.

Inoltre, viene richiesto che le coltivazioni nelle zone del cacao vengano diversificate il più possibile, per garantire anche ai lavoratori un introito economico e delle condizioni di vita più vantaggiosi.

Riassumiamo?

La produzione di cacao è un processo costoso, economicamente ed ecologicamente. L’impatto ambientale del cacao ha fatto sì che ora gli ambienti in cui esso viene coltivato siano così influenzati negativamente dai cambiamenti climatici che sarebbe impossibile continuarne la coltivazione. Le deforestazioni messe in atto per poter piantare sempre più piante di cacao espongono le piante stesse ad alluvioni e all’innalzamento della temperatura globale.

I paesi, le aziende produttrici e che commercializzano il cacao e che lavorano sotto l’egida della World Cocoa Foundation hanno già iniziato a mettere in atto azioni concrete per salvare l’ambiente del cacao e continuare a consentirne la produzione.

Dalla nostra, non possiamo che augurare loro e augurarci che tutti i loro progetti vadano a buon fine e che si possa porseguire a gustare un alimento così buono e con alcune proprietà nutrizionali proprio interessanti.

Vi aspettiamo giovedì prossimo!

Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

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#ecocibo
#EcoNutrizione

 

Ogni Maledetta Luganega – E tu ti idrati abbastanza?

Pubblicatodi il Feb 20, 2018 in Ogni Maledetta Luganega
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L’idratazione è un aspetto fondamentale per lo sport, come la nutrizione, forse più della nutrizione. Per questo motivo è un mio pallino.

In questa terza uscita della prima stagione di Ogni Maledetta Luganega ho cercato di spiegarne l’importanza alle persone coinvolte nel Football Americano in Italia.

 

http://www.iflmagazine.it/ogni-maledetta-luganega-e-tu-ti-idrati-abbastanza/

Quali gamberi portare in tavola? Parte 1

Pubblicatodi il Feb 15, 2018 in Save Humans Thursday
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Come scegliere i gamberetti da portare in tavola? Cosa si intende per gamberetti tropicali e come vengono allevati?

Il nuovo articolo per la settimana n. 9 del progetto #SaveHumansThursday, 54 settimane per parlare dell’impatto ambientale del cibo su Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna​ e Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista​
Vi aspettiamo giovedì prossimo!
#SaveHumans #SaveHumansThursday #giovedìsalviamoci #spesaconsapevole #ciboconsapevole #mangiareconsapevole #cibovero#ecocibo #EcoNutrizione

http://ecobriciole.blogspot.it/2018/02/quali-gamberi-portare-in-tavola-parte-1.html

 

 

Ogni Maledetta Luganega – Le linee guida per l’alimentazione dello sportivo

Pubblicatodi il Feb 13, 2018 in Ogni Maledetta Luganega
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Il secondo articolo che ho scritto per Ogni Maledetta Luganega trattava delle linee guida per l’alimentazione dello sportivo del 2009, redatte da  American Dietetic Association, l’associazione Dietitians of Canada e l’American College of Sports Medicine. 

Era l’ottobre del 2015, le linee guida erano in revisione e infatti l’ultima versione è uscita nel 2016; io ne ho riparlato sulla “Luganega” durante la stagione successiva, ci arriveremo.

Eccovi il pezzo dell’8 ottobre 2015.

Ogni Maledetta Luganega: Le linee guida per l’alimentazione dello sportivo

Cacao e ambiente, una storia d’amore?

Pubblicatodi il Feb 7, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Eccoci alla #settimana8: Cacao e ambiente, una storia d’amore?

Lo so, esistono anche persone che non amano il cioccolato, ma faccio fatica a crederlo. Io ne vado molto ghiotta, i miei preferiti sono il fondente extra con le nocciole, il Criollo e il gianduia, di nuovo con le nocciole. Uso spesso la polvere di cacao amara per i dolci.

La pianta del cacao è un albero distribuito nell’aeriale equatoriale, che produce frutti che si chiamano le cabossidi. Al loro interno le cabossidi contengono dei semi, sono questi che vengono utilizzati per la produzione del “cibo degli Dei”.

I semi vengono raccolti, fermentati e poi lasciati essiccare al sole in modo da bloccare la fermentazione ed eliminare residui di umidità. In seguito vengono tostati/torrefatti, decorticati e degermogliati. Solo dopo verranno tritati grazie a cilindri caldi e si produrrà la massa di cacao.

Da questa, si separeranno il burro di cacao e la polvere di cacao.

L’ultimo passaggio per arrivare alle tavolette di cioccolato è quello della miscela della polvere di cacao con il burro in percentuali variabili e con altri ingredienti: zucchero, latte, frutta secca, additivi.

Come potete già notare da questo riassunto stringato il percorso dall’albero al cioccolatino o al pezzetto di tavoletta di cioccolato che state mangiando ora, è lungo, comprende tante fasi e si sposta anche dalle zone di coltivazione delle piante a quelle in cui avvengono i vari passaggi della lavorazione.

I dati ufficiali dell’impronta dell’acqua associata alla produzione di cioccolato (http://waterfootprint.org, accesso febbraio 2018) ci dicono che i semi di cacao hanno un’impronta idrica di 20000 litri/kg e che quella della pasta di cacao è 24000 litri/kg.

In media, 1 kg di pasta di cacao produce 530 grammi di polvere di cacao e 470 grammi di burro di cacao, mentre il 66% dell’impronta idrica della pasta di cacao é attribuibile al burro e la restante quota alla polvere e la stima è di 34000 litri/kg per il burro e di 15600 litri/kg per la polvere.

Assumendo che una ipotetica barretta di cioccolato sia formata da 40% pasta di cacao, 20% burro di cacao e 20% zucchero di canna (senza calcolare l’impronta dell’acqua del restante 20%, che potrebbe essere di edulcoranti, latte, frutta secca, paste aromatizzate, …) facciamo la somma delle impronte idriche

24000 l/kg x 40% (pasta di cacao) +

34000 l/kg X 20% (burro di cacao) +

1800 l/kg X 20% (zucchero di canna) =

_________________________________________

16,760 l/kg che approssimiamo a 17000 l/kg

Un barretta di cioccolato da 100 grammi, quindi, viene prodotta mediamente con un consumo di acqua di 1700 litri.

Che non è poco, pensate che un’arancia ha una impronta idrica di 80 litri di acqua.

Continueremo a parlare di cacao, cioccolato e cioccolata nelle prossime settimane, continuate a seguirci!

Vi aspettiamo giovedì prossimo!

Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

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#ecocibo
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Ogni Maledetta Luganega – Che tipo di sport è il Football?

Pubblicatodi il Feb 5, 2018 in Ogni Maledetta Luganega
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Domenica scorsa (4 febbraio) si è giocato il 52º Super Bowl, la finale del campionato di football americano più importante al mondo.

Ripropongo oggi il primo numero di Ogni Maledetta Luganega, che uscì il 1 ottobre 2015 e nel quale spiegavo che tipo di sport fosse il football americano in termini di metabolismo muscolare coinvolto.

Eccolo qui per voi.

 

Ogni Maledetta Luganega: Che tipo di sport è il football?